Le rivolte in Iran

In seguito alla morte di una ragazza in Iran, detenuta dalle guardie perche’ non indossava il velo, sono iniziate manifestazioni di protesta in tutto il paese. Inizialmente di donne, ma tutta la società sembra non accettare la repressione e la limitazione delle libertà che il sistema politico e religioso impone alla popolazione.

Alcuni studenti hanno provato ad approfondire il tema, e scrivere le loro riflessioni a partire dagli spunti che gli eventi di questi giorni in Iran ci possono dare. Abbiamo selezionato i testi piu’ significativi

Le manifestazioni cambiano il mondo: dalla presa della Bastiglia all’Iran di oggi

Nicolás Sánchez, 3B, 24/11/2022

Attualmente l’Iran sta attraversando una situazione assai complicata nella quale i diritti, soprattutto quelli delle giovani donne, non sono rispettati. È quindi opportuno ricordare l’importanza di manifestare e avere presente il fatto che le manifestazioni, le proteste e le rivolte hanno la capacità di fare una grande differenza e di avere un enorme impatto positivo sulla cultura e sulla società in momenti di crisi e di situazioni di ingiustizia. Nel corso della storia rivolte e proteste non solo non hanno lasciato la gente indifferente ma hanno anche cambiato la società a volte in modo irreversibile.

È il caso della presa della Bastiglia da parte dei cittadini francesi a Parigi nel 1789, grazie alla quale furono soppressi i privilegi della nobiltà e fu stabilita la monarchia parlamentare.

Un esempio più recente è la marcia su Washington del 1963, durante la presidenza di Kennedy, una manifestazione pacifica sotto il lemma: “lavoro, giustizia e pace”. Questa manifestazione aveva come scopo difendere la parità di diritti tra le persone bianche e la comunità afroamericana, dato che in quell’epoca in tanti Stati dell’America alle persone nere non era permesso votare, accedere a certi lavori o studiare in certe scuole e università. La marcia su Washington fini con il famoso discorso “I have a dream” pronunciato da Martin Luther King che favorì l’approvazione delle leggi per i diritti civili e la legge del diritto al voto, rispettivamente nel ‘64 e nel ‘65.

Sei anni dopo la marcia su Washington, il 28 giugno del 1969 ebbero luogo i disordini di Stonewall, una serie di rivolte partite dal pub Stonewall Inn a New York per iniziativa di parte dei membri della comunità LGBT. Queste manifestazioni furono la prima occasione nella quale questa comunità reagì contro un sistema che li discriminava e sono riconosciute come il catalizzatore del movimento moderno pro-diritti LGBT negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

Senza tutte queste rivolte, il nostro mondo e la nostra società sarebbero forse molto diversi e arretrati sotto tanti aspetti. Quindi anche se a volte può sembrare poco, è sempre importante non rimanere in silenzio ma fare ciò che si può per cambiare le cose, soprattutto quando sono in gioco i diritti umani che sono inviolabili, come sfortunatamente sta accadendo in Iran in questi giorni.

Uomini e donne uniti per la libertà in Iran

Laura López-Linares, 3B, 14/11/2022

Poco piú di un mese fa, il 16 settembre 2022, dopo l’assassinio di Masha Amini, si è
scatenata una serie di rivolte in Iran. Questa giovane donna è stata accusata di aver
indossato in modo scorretto l’hijab, rigorosamente obbligatorio nel paese, ed è stata
fermata e torturata fino alla morte dalle autorità. Questo evento è stato la goccia che
ha fatto traboccare il vaso, ma l’insofferenza dei cittadini è presente da molto tempo.
Non è uno scontento che si basi solo sul fatto che le donne siano obbligate ad utilizzare
l’hijab. Questo è un simbolo, il riflesso di un problema più grande. L’hijab rappresenta
l’oppressione verso le donne. Espressa da una dittatura religiosa.
Questa dittatura ha prodotto nel corso del tempo una serie di leggi che ha privato le
donne di ogni forma di autonomia, rendendole figure dipendenti dal maschio. Non
hanno nemmeno la possibilità di viaggiare senza il suo permesso e non hanno libertà di
scelta riguardo al matrimonio, al divorzio, al modo di vestire e alla custodia dei figli. Tutto
questo colloca la figura della donna in secondo piano, impedendole di vivere
dignitosamente. Non c’è quindi di che stupirsi se la morte di Masha abbia scatenato una
reazione così forte da parte delle donne contro lo Stato.
L’elemento che rende questa rivolta unica e suppone un chiaro cambiamento nella
mentalità di tutti i cittadini è, pirma di tutto, il fatto che queste proteste siano state
guidate da donne, ma, soprattutto, che queste abbiano ricevuto un supporto da parte
degli uomini. È impressionante la quantità di ragazzi giovani che lottano giorno dopo
giorno per migliorare la qualità di vita delle donne del paese, permettendo così a questa
protesta di crescere e dando una vera speranza al miglioramento.
Perché gli uomini stiano reagendo ora, o meglio ancora, perché non abbiano reagito
finora, non ha una chiara spiegazione ma ci sono varie ipotesi. Sicuramente un punto
chiave è il fatto che Masha Amini era originaria della provincia del Kurdistan, dove vive
una minoranza fortemente rispettata dalla comunità iraniana. Inoltre, grazie alla
tecnologia gli uomini iraniani, così come le donne, hanno una visione molto più aperta
del mondo, potendo in effetti vedere come si comportano altre società e come sia
fattibile una equa ripartizione dei diritti. Perché anche se potrebbe sembrare “stupido”
lottare per il diritto di coloro che sono le tue schiave, questa è in realta la scelta più
intelligente e onorevole possibile. Gli uomini lottano perché si sono resi conto che è un
regime che opprime tutti e che non è giusto vivere in queste condizioni, per nessuno.
Questa infatti è stata la ragione che ha portato il governo a bloccare i mezzi di
comunicazione, per tentare di limitare la diffusione di ciò che succede nel paese ma
anche per impedire a tutti coloro che lottano in Iran di sapere che ci sono continue
manifestazioni in tutto il mondo e che la gente sta lottando perché i loro diritti siano
riconosciuti.

Iran: una vera e propria rivoluzione del pensiero

Daniela Del Varo, 3B, 14/11/2022

“Donna, vita, libertà”: sono le parole nuove della rivolta iraniana che, dalla morte di Mahsa Amini, risuonano nelle proteste in atto in questi giorni in Iran e in tutto il mondo.
La frase è stata pronunciata per la prima volta ai funerali della giovane, morta il 14 settembre dopo essere stata arrestata e picchiata per aver indossato il velo in modo non conforme alla legge.
Questo evento ha scatenato la rabbia del popolo iraniano, che ha deciso di ribellarsi contro il governo. Gli arresti sono più di 1.200, mentre si stima che le vittime siano più di 80, anche se non si hanno informazioni chiare e verificabili, giacché negli ultimi giorni il paese si trova isolato a causa del blocco della rete.
La severità delle autorità contro le manifestazioni di piazza non ha fermato però la protesta delle donne iraniane, una rivolta che si è trasformata in una sfida aperta al regime autoritario: si tratta di una vera e propria rivoluzione.
“Liberté, Égalité, Fraternité”. Urlavano i francesi nel 1789. È stato grazie al loro coraggio che si sono creati i principi che hanno guidato il mondo dal Settecento ad oggi. Allo stesso modo, “Donna, vita, libertà” farà la storia. Sono quelle parole che restano per sempre e segnano un punto di non ritorno, che costituiscono il modello per quelli che verranno dopo.
Sono donne in particolare, giovani, anziane, madri, che hanno deciso di manifestare il proprio dissenso verso un regime oppressivo, estremista, che obbliga migliaia di donne a vivere sottomesse. Un chiaro esempio è Gohar Eshghi, una donna che, a ottanta anni, si è tolta pubblicamente il velo come forma di protesta contro l’uccisione di suo figlio nel 2012 dalla polizia iraniana: “Dopo 80 anni rimuovo il mio hijab perché voi uccidete in nome della religione”.
Queste donne, nonostante vengano picchiate, arrestate e umiliate continuamente, non arretrano dalla linea della protesta, anzi si tagliano i capelli, bruciano il loro hijab e cantano “Bella ciao” in lingua persiana. Lo stesso canto italiano, simbolo della resistenza, che veniva cantato dai partigiani nella Seconda guerra mondiale, ora viene utilizzato da giovani donne che sognano la libertà.
La vera rivoluzione comincia quando la furia di un popolo è maggiore della sua paura, quando non si temono le conseguenze. Essere rivoluzionario vuol dire avere coraggio, significa rialzarsi dopo essere stato calpestato e provare a cambiare le cose.
Per dirla con le parole del politico Fidel Castro: “Nessun vero rivoluzionario muore invano.”

L’isolamento mediatico dell’Iran tra protesta e censura

Michele Beltrame, 3B, 23/10/2022

È il 16 settembre quando Masha Amini, giovane di 22 anni, muore dopo tre giorni di coma a Teheran. Masha venne arrestata e picchiata dalla polizia iraniana per non aver indossato correttamente il velo ( hijab ). Oltre alle leggi legate all´abbigliamento, sono decine le regole che governano la vita delle donne e che le rendono cittadine di serie B. La morte di Masha ha dunque scatenato numerose proteste che hanno provocato manifestazioni a livello nazionale ed internazionale. In questo clima di repressione, la polizia ha soffocato le proteste con la violenza e in solo due settimane si calcolano approssimativamente 133 morti.

Essendo consapevoli delle gravi consequenze che la diffusione di questi avvenimenti fuori dal paese poteva avere e della facilità con la quale poteva scatenarsi una rivolta, il governo dell´Iran ha bloccato l’accesso alla rete, impedendo alla maggior parte degli 80 milioni di cittadini iraniani di accedere ai servizi digitali per diffondere le notizie al di là del paese. Inoltre, è importante avere in considerazione che se i propri manifestanti non hanno la possibilità di vedere che altri stanno protestando, è probabile che si fermino a loro volta. E nonostante persone da tutto il mondo si siano attivate per trovare un modo per far tornare gli iraniani online, ogni approccio sembra presentare dei limiti. Infatti, i messaggi contenenti il nome della vittima non potevano essere inviati. Anche reti sociali e app messaggistiche che permettono una rapida diffusione di notizie, come Instagram e Telegram, sono state vietate o altamente sorvegliate in tutto il paese, invece, altre, come Twitter o Facebook erano giá proibite da un tempo. Per cui, limitare l´accesso ai pochissimi canali rimasti significa praticamente isolare la popolazione.

Dovuta la grave situazione, si sono cercate e finalmente trovate delle accettabili anche se non sufficenti soluzioni. Signal, l´app nota per la sua attenzione verso la privacy che è considerata tra le più sicure per le comunicazioni, chiede aiuto agli utenti di tutto il mondo per garantire un´accesso sicuro ai cittadini iraniani. Essendo l´IP di Signal bloccato in tutto il paese, gli utenti localizzati in Iran possono comunicarsi tramite gli intermediari, i proxy (server intermedi tra gli utenti e il server di destinazione finale ), che hanno un altro IP. La destinazione finale resta sempre il server di Signal, ma la richiesta passa attraverso un messaggero che non è sottoposto alle censura.

In conclusione, considero che la censura sia un elemento spesso utilizzato dai governi per ostacolare la rápida diffusione delle notizie e così costruire un muro tra i propri cittadini e il mondo esterno. Questo muro però non è impenetrabile, anzi, presenta delle piccole fessure che, utilizzate correttamente, possono offrire una speranza al popolo represso.

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Mobilità Erasmus: anche virtualmente si collabora in Europa!

Da martedì 11 a venerdì 14 maggio 2021 si è svolto il meeting  tra le scuole partecipanti al progetto Erasmus KA229 Soft Skills for a better life. Le classi e i docenti della nostra scuola si sono incontrati  on line con i ragazzi e gli insegnanti delle scuole di Bagheria ( Italia), Vèp  ( Ungheria), Tecuci ( Romania) Šibenik ( Croazia)

Paola Arduini –

La scuola Italiana Statale di Madrid ha tra le finalità della propria azione formativa la promozione di una cittadinanza europea attiva e mira a  rafforzare la sua vocazione internazionale. 

La scuola è attivamente coinvolta in attività di respiro europeo: fin dal 2016 un largo gruppo di docenti lavora  nella comunità eTwinning, piattaforma di collaborazione e formazione europea, con progetti di cooperazione a distanza tra classi. I progetti sono stati premiati con Quality label  nazionali ed europei e dal 2018 la scuola è stata nominata eTwinning school, certificazione ufficiale della Commissione Europea che riconosce alla scuola lo sviluppo di pratiche organizzative innovative per facilitare la diffusione di metodi efficaci di insegnamento e apprendimento.

Dal settembre 19 classi e docenti della scuola primaria e della secondaria di primo grado partecipano  ad  un  progetto  Erasmus+   dal titolo Soft skills for a better life  con quattro scuole europee : la scuola coordinatrice 3° Circolo L.Pirandello ‐ Bagheria ‐ ITALIA, la Scoala Gimnaziala Elena Doamna – Tecuci – ROMANIA, la Osnovna skola Brodarica CROATIA, la Hatos Ferenc Általános Iskola di Vèp UNGHERIA e la nostra scuola, partner italiano in Spagna. 

Il progetto è anche un progetto eTwinning; il Twinspace della piattaforma eTwinning è lo spazio  virtuale di condivisione, scambio ed elaborazione comune delle attività. 

Tutti insieme, usando l’inglese, ma anche l’italiano e altri codici comunicativi ( disegni, video, foto, cartoni animati)  i ragazzi e le ragazze lavorano nelle classi e cooperano per  sviluppare l’intelligenza emotiva, il pensiero critico, la creatività e la collaborazione attraverso le attività STEAM ( Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Arte , Matematica) 

Il progetto prevede incontri di progetto tra docenti e anche tra docenti e studenti ma, in questo periodo particolare , il programma Erasmus, ha riprogrammato le mobilità in modalità “ virtuale”. I nostri alunni hanno potuto continuare a collaborare con i loro partner, incontrandosi in video conferenza e costruendo prodotti digitali comuni, utilizzando robots ed ebook.

Dall’11 al 14 maggio le classi della scuola primaria e della secondaria di primo grado hanno partecipato alla prima  mobilità virtuale del progetto, ospitata dalla scuola ungherese, i cui docenti, specializzati in arte, hanno coinvolto le classi e i docenti di tutti i cinque paesi partner in laboratori per la realizzazione di manufatti artistici, guidando le attività dallo schermo. Durante la settimana  i ragazzi hanno parlato in inglese, descrivendo le loro scuole e le loro attività; ci sono stati momenti di danze e canti in comune che, nonostante la distanza, hanno contribuito a unire la comunità delle scuole partner. Per salutare i nostri amici, la scuola di Madrid ha trasmesso il video con il coro virtuale preparato per la Festa dell’Europa, al quale hanno partecipato molti dei nostri alunni, cantando in spagnolo. Link al video del coro https://youtu.be/0K_gbGYMRJU

L’ECOLOGISMO ALLA SCUOLA ITALIANA DI MADRID

Celia Raimondi

Oggi il termine “ecologia” viene spesso utilizzato in diversi ambiti, i quali possono assumere connotazioni molto diverse, tanto che sono ormai molteplici le branche ad essersi sviluppate intorno a questa parola: da quella industriale, a quella culturale, passando per quella urbana, sociale, comportamentale e via dicendo

Negli ultimi anni, l’approccio ecologista è stato inteso come un’adozione di uno stile di vita filo-ambientalista e si sta facendo sempre più forte nella società, specialmente tra giovani.

Tuttavia ci sono ancora diverse criticità da risolvere. Tra tutte, la mancata condivisione di questo modo di intendere il nostro rapporto con la natura da parte delle classi dirigenti dei nostri paesi.

La lotta ecologista ebbe il suo culmine negli anni ‘60, grazie a differenti movimenti che lottarono in differenti settori; principalmente in ambito sociale, economico, politico.

Ai giorni d’oggi grazie a movimenti quali Fridays for Future o Extinction Rebellion, la tematica ecologista sta rivivendo un exploit forse mai visto.

L’impegno del Liceo italiano di Madrid, nella volontà comune di poter vivere in un mondo più sano e nel migliorare le condizioni ambientali, si è fatto sentire tramite la partecipazione e l’adesione di alcuni insegnanti e alunni a differenti progetti.

Già da due anni stiamo scrivendo articoli, ci stiamo informando e stiamo cercando di diffondere il messaggio ecologista.

Nel 2019 la Scuola Italiana di Madrid ha ufficialmente partecipato alla manifestazione contro il cambiamento climatico tenutasi all’inizio di dicembre del 2019. Inoltre abbiamo avuto la fortuna di partecipare alla COP25, tenutasi a Madrid tra il 2 e il 13 dicembre del 2019

Le attività recenti

Il liceo italiano continua a operare in ambito ecologista in maniera molto attiva.

In particolare, quest’ anno, la nostra scuola ha partecipato ad una attività di riforestazione di 400 alberi che sono stati curati per due mesi dai bambini della scuola primaria e media, successivamente piantati nel municipio di Alalpardo, vicino a Madrid. Questa operazione si è svolta in collaborazione con l’Ambasciata Italiana e l’associazione Reforest project. Inoltre si sono svolti dei laboratori creativi di disegno, scrittura e fotografia sul tema degli alberi, e si è indetto un concorso fotografico sul tema degli alberi in ambiente urbano

Questo progetto ha avuto un impatto molto positivo sugli studenti, in particolare sui bambini.

 I bambini della primaria, attraverso questo progetto, hanno realizzato una serie di attività “volte a migliorare le condizioni ambientali e a ridurre il tasso di CO2” come dichiara Amaia Estebanez, una insegnante della scuola primaria che ha collaborato con molta energia in questa iniziativa e  che ha coinvolto i bambini che lei segue con molto entusiasmo

“I bambini hanno piantato alberi come il piñón, il pino piñonero, e hanno creato una serie di canzoni sugli alberi.

“Il 21 marzo abbiamo partecipato alla Giornata del Bosco, e il 22 marzo abbiamo partecipato alla Giornata dell’acqua. Inoltre, abbiamo partecipato a un workshop del Canal Isabel II, all’interno del progetto Canale Duca, nel quale è stato spiegato ai bambini l’importanza dell’acqua come principale risorsa umana

In seguito è stata letta una lettera di una bambina nigeriana in cui ci racconta la sua difficoltà per andare a raccogliere l’acqua.”

Il prossimo anno gli studenti della Scuola Italiana vogliono continuare a impegnarsi sul temi ecologici e sono pronti per partecipare e promuovere altre interessanti iniziative.

EMOZIONI IN MOVIMENTO

Banchi divisi, mascherine, distanza. La nuova scuola dell’era COVID_19, proprio non piace ai bambini, soprattutto ai più piccoli che sono abituati a toccarsi, abbracciarsi e scambiarsi giochi e materiali, senza risparmiarsi, con grande slancio e generosità!  Eppure li abbiamo visti seduti e disciplinati; ma anche insofferenti e a tratti delusi, annoiati, impauriti, tristi…Attraverso il progetto ‘Emozioni in movimento’, abbiamo cercato di accompagnare i nostri alunni nel difficile processo di riposizionamento di fronte ad una realtà ostile; un processo che, loro malgrado, sono stati chiamati a compiere. A tal fine, abbiamo utilizzato innanzitutto il linguaggio artistico. E’ infatti attraverso il ritmo e i suoni; i colori e le forme; il gesto e il corpo; il cadenzare delle parole poetiche che  siamo riusciti, insieme ai bambini, a dare senso a questo momento e, al tempo stesso, inventare nuove formule per vivere insieme. Il progetto continua: stiamo allestendo lo spettacolo teatrale ‘Emozioni irali’. Vi aspettiamo! 


Presentazione: Emozioni in movimento

https://drive.google.com/file/d/10TNeL1fpag8jTRZculS3DNli7Uk6TtPO/view?usp=sharing

Video: I due porcospini

https://drive.google.com/file/d/1HwfUqsUN47L6LOUIg7xOipisUHDusdLM/view?usp=sharing

Video: Fino a che non potremo abbracciarci

https://drive.google.com/file/d/1DvH0W-Fzn3AnFhE_Qka9-h5H_1796OsX/view?usp=sharing

Le classi IIA e IID della scuola primaria A.S. 2020/2021Miriam Iacomini Federica Felli 

Lotteria di Natale 2020 alla Scuola Italiana di Madrid

A Natale del 2020, le classi quarte del Liceo Italiano di Madrid, hanno organizzato una lotteria di Natale. Lo scopo di questa era quello di raccogliere fondi per la cena di fine anno. Di solito, altri anni, le classi quarte organizzavano un grandissimo evento nel cortile della scuola con musica, cibo e attivitá varie, con lo scopo di raccogliere fondi per pagare parte della celebrazione che si sarebbe poi svolta a fine anno. 

Quest’anno peró, tutto é diverso, anche il modo in cui ci siamo organizzati. I rappresentanti di istituto, Silvia e Carlos della classe 4°A, hanno consegnato a tutti gli alunni dell’ultimo anno un blocchetto contenente 20 biglietti della lotteria. Il loro compito era quello di venderli tutti prima del gran sorteggio Nazionale del 22 dicembre. Infatti, il numero vincitore sarebbe stato quello contenente le ultime tre cifre del primo premio del sorteggio. 

Ogni alunno aveva 20 biglietti da vendere e 3 settimane per farlo, iniziava il countdown! 

Tutti i biglietti sono stati venduti prima del giorno del sorteggio Nazionale e il numero vincitore é stato l’897, che si trovava sul blocchetto di Chiara Bussotti.

La vincitrice é una maestra delle elementari della stessa Scuola Italiana di Madrid, Loredana Iacomini. A gennaio del 2021, la maestra Iacomini ha ricevuto dai rappresentanti di instituto il premio, un nuovo Ipad. L’importo ricavato é stato poi consegnato alla scuola, con la speranza di poterne usufruire molto presto. 

La protesta delle femministe polacche

CELIA RAIMONDI

Il 28 gennaio 2021 migliaia di persone sono scese in piazza in Polonia per protestare contro il governo conservatore di Varsavia, il quale ha decretato l’aborto una pratica illegale, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale. La sentenza ha esteso reso la legge antiaborto fra le più restrittive al mondo, penalizzando l’interruzione volontaria della gravidanza anche in caso di malformazione del feto.

In seguito all’approvazione della legge antiaborto, numerose attiviste si sono radunate a Varsavia per protestare con fumogeni, striscioni e bandiere arcobaleno.

Le proteste di Varsavia (28 gennaio 2021)

La manifestazione è iniziata davanti alla sede della Corte costituzionale, in cui è stata emanata la sentenza, per spostarsi poi di fronte alla sede del partito ultra-cattolico Legge e Giustizia. Inoltre sono stati organizzati numerosi cortei anche in altre città polacche, per denunciare l’orrore del sistema patriarcale polacco. 

Marta Lempart, leader del movimento delle donne polacche Ogolnopolski Strajk Kobiet (sciopero nazionale delle donne) rischia otto anni di prigione, per aver organizzato le proteste contro la nuova legge.

L’attivista è accusata di aver appoggiato “gli assalti alle Chiese”, in cui le dimostranti sono entrate pacificamente in luoghi di culto dove hanno affisso bandiere Lgbt, il loro simbolo di protesta.

I vertici europei si sono subito mobilitati, dati gli avvenimenti che si sono susseguiti in Polonia. La prima a intervenire è stata la commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, la quale ha espresso apertamente il suo dissenso e ha ribadito le conseguenze disastrose di tale legge. 

Discorso femminista di Marta Lempart durante le proteste (28 gennaio 2021)

Anche il presidente della Commissione per le libertà civili, per la giustizia e gli affari interni Juan Fernando López Aguilar, ha condannato con forza la nuova legge di Varsavia: «Questa decisione dimostra ancora una volta che bisogna intervenire contro gli attacchi allo stato di diritto, alla democrazia e ai diritti fondamentali in Polonia». «L’indipendenza della magistratura in Polonia non è più garantita – ha sottolineato Aguilar – come dimostra questa sentenza sui diritti delle donne all’aborto. Il diritto della donna di prendere decisioni sulla propria gravidanza, senza essere perseguita penalmente, dovrebbe essere un diritto costituzionale garantito in qualsiasi Paese dell’Unione europea».

Possiamo quindi dichiarare apertamente che l’emanazione di tale legge corrisponde a un gran passo indietro, limitando i diritti umani e favorendo situazioni di disuguaglianza di genere.

In Italia la legge 194 sull’aborto è stata emanata il 22 maggio 1978, ed è stata introdotta ufficialmente nel 1981, tutelando i diritti di tutte le donne. Essa stabilisce che una donna può effettuare un’interruzione volontaria della gravidanza in una struttura pubblica entro i primi 90 giorni e, nel caso si tratti di un aborto terapeutico, entro il secondo trimestre.

Abortire è un diritto fondamentale, proibirlo è una barbarie.

Ciononostante, le situazioni di disagio permangono ed è molto complicato poterle eliminare, come nel caso delle prese di posizione dei medici contro questa pratica per obiezione di coscienza. Infatti, attualmente in Italia si effettuano meno di 2.000 aborti legali ogni anno, secondo i dati ufficiali. Ma le organizzazioni femministe stimano che ogni anno siano circa 200.000 gli aborti illegali o avvenuti all’estero.

La Giornata della Memoria 2021

Celia Raimondi

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare la Shoah (lo sterminio del popolo ebraico), le leggi raziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio ed, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

Era il primo Novembre del 2005,  quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite decise, durante la 42esima plenaria, di approvare la risoluzione 60/7, che prevedeva la commemorazione delle vittime dell’Olocausto ogni 27 Gennaio. Da quel giorno la Giornata della Memoria viene celebrata in tutto il mondo con vari eventi.

Perché é fondamentale celebrare questa giornata?

In primis la giornata della memoria è un momento di straordinaria importanza  per commemorare le vittime della Shoah, una delle piú grandi tragedie dell’umanitá: il genocidio di 6 milioni di ebrei.

In secondo luogo é  RESPONSABILITÁ di tutti i cittadini europei, ascoltare le testimonianze che i superstiti ci hanno fornito riguardo la loro esperienza,con la finalitá di creare un futuro migliore e affinché non si ripetano tali barbarie nella storia dell’uomo…

A partire dall’ottobre del 2001-2002 diversi ministri dell’istruzione dei vari stati membri cominciarono a proporre al Consiglio Europeo numerose iniziative per costruire un senso di responsabilità comune:

L’obiettivo, chiaramente, era quello di prevenire, aiutando a comprendere la complessità che si cela dietro valori come la tolleranza, l’unione tra nazioni.É fondamentale citare quest’ ultimo fine poiché venne ripreso nella risoluzione del 2005: “E’ necessario fare tutto il possibile nella sfera educativa per evitare che nasca un rinnegazione dei tragici eventi che hanno marcato il XX secolo, tra cui l’Olocausto, genocidi e altri crimini contro l’umanità legati al concetto di ‘pulizia di razza’”.

L’ Unione Europea ha rivelato un grande impegno nei confronti di tale tematica infatti è stata la prima unione di Stati a non dare solo importanza alla commemorazione delle vittime, ma anche all’educazione interdisciplinare.

Ciò vuol dire che studiare la Shoah attraverso la disciplina della storia contemporanea è fondamentale per comprendere a livello cronologico lo sviluppo degli eventi che hanno dato origine a uno dei secoli più oscuri dell’intera umanità.Tuttavia l’Ue ha ritenuto nevralgica la necessitá di cogliere gli aspetti psicologici e scientifici di certi episodi, oltre al dare un’essenziale valore all’educazione civica, all’arte e alla letteratura.Vediamo quindi come tale tematica sia fondamentale poiché coinvolge tutte le discipline, e sviluppa un senso civico di tolleranza nelle nuove generazioni, nei futuri cittadini del mondo.

Qual’è stato il contributo del Liceo italiano di Madrid durante questa giornata?

É fondamentale riconoscere la serietá e l’impegno con cui il Liceo Italiano di Madrid ha organizzato questa giornata.Si è riusciti a centrare a pieno l’obiettivo europeo di fare della tematica della Shoah un percorso MULTIDISCIPLINARE :

Gli alunni hanno avuto la possibilitá di vedere il documentario “Un lungo viaggio Rodi-Aschwitz” a cura di Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto,in maniera tale da ricevere una serie di nozioni storiche(sottoforma di testimonianze) fondamentali per la comprensione di una delle piu grandi tragedie dell’umanitá…In particolare abbiamo avuto la fortuna di poter ascolatre le interviste di alcuni superstiti, Albert Israel, Stella Levi e Sami Modiano, le cui commoventi testimonianze ci hanno accompagnato durante questo percorso.

D’altra parte le classi 4A, 4B, 4C sono stati accompagnati da alcuni professori presso l’Isttuto Italiano di cultura, e hanno assistito alla mostra d’arte contemporanea, in questo modo é stato realizzato un percorso trasversale da cui é emersa l’importanza del ruolo che l’arte ricopre, come mezzo di denuncia sociale.

Inoltre il gruppo di teatro del liceo ha organizzato una performance finalizzata a ricordare come l’Olocausto è uno dei genocidi che nel ventesimo secolo si sono succeduti, in una sequenza che non si è mai interrotta. Per questo è importante non perdere la memoria di questi eventi, e comÉ dovere della scuola perciò non abbassare mai la guardia davanti alle più grandi ingiustizie e cercare di far mantenere vivi i principi democratici, di tolleranza, diversitá e convivenza pacifica.

Si può dire quindi che queste attivitá hanno avuto una grande importanza per noi studenti, poiché ci hanno trasmesso una serie di valori, che rimarranno indelebili dentro di noi,e che un domani potremo trasmettere…

#solocosebelle

L’11 marzo tutto si è fermato. La scuola ha chiuso, all’improvviso, senza darci il tempo di pensare, organizzare, comunicare tra noi. Noi italiani avevamo già il sentore che anche in Spagna la situazione poteva precipitare, nonostante la spensieratezza con cui l’opinione pubblica spagnola e la gente in strada a Madrid commentava la diffusione del COVID 19 in Italia.

I ragazzi delle 4B e C della primaria avevano già parlato dell’epidemia nel numero 0 del loro giornale. Una volta iniziata la scuola da casa, abbiamo organizzato una riunione di redazione e deciso di preparare un numero speciale che raccontasse cosa succedeva intorno a noi. Abbiamo però deciso di raccontare ” solo cose belle” , notizie positive tra gli avvenimenti intorno a noi.

Siamo rimasti a casa , abbiamo visto e abbiamo scritto

Ecco il nostro giornale

https://madmagz.com/magazine/1769953

Gli 80 della Scuola Italiana. Il ricordo di Amaia, da studente a insegnante

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di: Celia Raimondi

Amaia è attualmente un’insegnante della scuola primaria presso la Scuola Statale Italiana di Madrid. Anche lei ha frequentato la scuola dal 1983 al 1995, dalla prima elementare alla quarta liceo, conseguendo così il diploma di maturità e superando anche la selectividad spagnola. Il periodo in cui ha frequentato il liceo era il periodo successivo alla morte di Franco, quindi a seguito della fine del franchismo. Secondo la sua testimonianza, in quel periodo la Scuola Italiana era un ambiente abbastanza neutrale dal punto di vista politico, frequentato di certo da studenti che provenivano anche da famiglie schierate tendenzialmente a sinistra. In un ambiente totalmente laico, gli studenti non ricevevano nessun tipo di indottrinamento religioso o politico, ma venivano al contrario ben informati attraverso la didattica di tali tematiche. Molto influenti sono stati il professore di religione e di arte: nello specifico ci racconta di quello di religione che, nonostante avesse famiglia e un figlio, si impegnava in attivismo sociale e umanitario in Africa, e che quindi educava anche i suoi studenti ad essere aperti a questi stimoli e partecipativi. Attivismo politico se ne faceva invece fuori dalla scuola. La docente racconta di come l’apprendimento della lingua italiana sia stata un privilegio per il suo percorso di formazione, arricchendola da un punto di vista culturale non solo per il contatto tra due culture diverse, ma anche per la conoscenza di due lingue che poteva padroneggiare molto bene già all’epoca.